Con rapidità impressionante il castello del capitalismo finanziario sta crollando, e la civiltà sociale costruita dal lavoro e dalla scienza nei secoli della modernità rischia di rimanere sotto le sue macerie. Solo l'autonomia del lavoro cognitivo potrà salvare la civiltà sociale, e questo è il compito politico, scientifico, e poetico che siamo chiamati a svolgere. Quel che accade in questi mesi cambia definitivamente il corso delle nostre vite, e la prospettiva storica e politica in cui ci troviamo. La storia del capitalismo borghese è finita e al suo posto vediamo delinearsi una forma di dittatura finanziaria, portatrice di barbarie e di miseria. Paradossalmente proprio il collasso dell'Unione europea riporta l'Europa al centro del mondo. Inizia un decennio di conflitto insurrezionale che si dispiegherà su tutto il territorio europeo perché questo è il luogo in cui è in gioco l'eredità dell'umanesimo dell'illuminismo e del socialismo che la dittatura finanziaria sta distruggendo. E' grazie agli effetti della recessione occidentale che esploderà la rivolta degli operai indiani e cinesi quando le merci da loro prodotte non troveranno più acquirenti nell'occidente impoverito. Mai come ora la rivoluzione mondiale fu all'ordine del giorno. La follia volontarista del comunismo isterico novecentesco si è conclusa, come doveva, tragicamente, lasciandosi alle spalle cinismo e paralisi del pensiero. Ma il collasso d'Europa riporta il dramma della lotta fra le classi nel punto in cui Marx lo descrisse: Londra è in fiamme. Dopo aver predicato per venti anni competizione e consumismo, gli ipocriti dicono oggi che i ribelli inglesi non hanno ideali se non fare la spesa senza pagare. Non è chiaro di quali ideali stiano parlando, ma è meglio si mettano il cuore in pace: la generazione precaria, espropriata di tutto, anche del futuro, inizia la sua rivolta afferrando quel che le occorre senza chiedere permesso. Ma la rivolta non si ferma qui, perchè il lavoro precario è anche lavoro ad alto contenuto intellettuale. Ora insorgiamo, perchè è l'unico modo per riconquistare il nostro territorio di esistenza. Poi ricostruiremo tutto secondo scienza e coscienza. perché soltanto noi, i ribelli precari e cognitivi, liberi dal dogma neoliberista, saremo in grado di farlo. Un passaggio gigantesco della storia del mondo, la crisi del capitalismo globale e l'emergere del cognitariato come classe universale, si sta svolgendo per così dire senza parole. Il pensiero fa scena muta. Assorbiti dal dogmatismo servile, e nella migliore delle ipotesi ridotti alle forme miopi del giornalismo, gli intellettuali non pensano, non sanno immaginare oltre la presente apocalisse. Ma qualcuno deve assumersi questo compito. Per questo prima che la situazione precipitasse abbiamo costruito una scuola europea per l'immaginazione sociale. SCEPSI è un nucleo che irradia progetti di conoscenza e di innovazione autonomi dalla catastrofe del capitalismo finanziario. Nei prossimi mesi SCEPSI sarà impegnata nell'organizzazione di seminari capaci di accompagnare immaginativamente l'insurrezione.
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